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Medicina

I PRIMORDI DELLA MEDICINA Ippocrate

« Si narra che il creatore e scopritore dell’arte medica tra i Greci sia stato Apollo. La accrebbe poi di efficacia e di prestigio il figlio di lui Esculapio. Ma , dopo che Esculapio morì colpito dal fulmine [di Giove], si dice che l’attività curativa si interruppe e l’arte si estinse insieme col suo autore, restando inaccessibile per circa cinquecento anni, fino all’epoca del re dei Persiani Artaserse. F u allora che Ippocrate, figlio di Esculapio, nato nell’isola di Cos, la riportò alla luce della conoscenza » ^.

Quanto ad Esculapio, figlio del già ricordato Apollo e di Coro nide figlia di Flavia, da ragazzo venne affidato al centauro Chirone perché imparasse la medicina e la scienza. Più tardi, divenuto più esperto attraverso il tirocinio, scoprì nei boschi un unguento medi camentoso additatogli da Chirone, che dava l’immortalità. Trovò anche ima certa erba che rendeva immortale e la tenne in serbo a questo fine, ma venne colpito dalla folgore ^, come si legge nelle storie. È per questo che Euripide, compiangendo la sua fine, [vi scorge] la causa [della vendetta] di Apollo ^ ; ed è dal fuoco di Apollo che si narra che gli Ateniesi siano stati salvati*.

Lo raffigurarono barbuto per dargli l’aspetto più imponente possibile, tutto dedito all’arte e impegnato in numerosi esperimenti per il progresso della medicina^. Questa ha una prima parte che. è la chirurgia, una seconda, cioè la dietetica, e una terza farmaceutica. [Nelle raffigurazioni] attribuirono alla chirurgia un anello di ferro, alla dietetica anche una bacchetta per additare […] ^.

La terza parte è la farmaceutica, che pratica molti esperimenti mediante erbe e animali.
[Ad Esculapio] attribuirono una corona d’alloro a causa della sua discendenza [da Apollo], ma non lo posero a sedere in cattedra perché era stato discepolo [di Chirone].

Sua figlia Igea viene invece [raffigurata] seduta e ha per attributi il drago, l’uovo, l’ampolla e la melagrana. Reca una corona di rami d’alloro perché gli uomini la adoravano ; tiene l’uovo perché l’esercizio dell’arte non fosse senza transito”; la melagrana indica la naturale molteplicità dei costumi umani; reca l’ampolla a cagione delle molte suppliche dei sofferenti.

Così stanno le cose […] ‘ come narra la mitologia; dicono infatti che in Persia esistesse un certo pollone datore dell’immortalità e che, trapiantato in Egitto, sia divenuto una pianta medicinale.
Quale insegna delle loro botteghe i medici le decoravano di siffatte corone, perché spesse volte avevano salvato molte persone da vari veleni mortali, non solo imparando la scienza registrata già per iscritto, ma cominciando ad agire con criteri personali e a praticare una mera vigliosa arte medica.

Ippocrate, come s’è detto di sopra, fu generato da Esculapio, ma ebbe per padre [legittimo] Eraclide e fu cittadino di Chio. Dopo aver peregrinato per tutte le città ed essersi fatto consapevole della propria bravura, se ne venne ad Atene e trovò quella città preda di un’epidemia; cercava quindi come curare gli ammalati.

Fu così che scoperse che i fabbri e tutte le altre persone che lavoravano valendosi del fuoco avevano corpi in perfetta salute; comprese così che quella città doveva essere purgata col fuoco. Uscito dall’abitato, ordinò che si ammassassero grandi cataste di legna e circondò la città con una cortina di fuoco; dissolta così quell’aria, l’epidemia cessò.

Gli Ateniesi, riconoscenti per il benefico intervento di Ippocrate, gli innalzarono una statua di ferro con la scritta : « A Ippocrate, nostro salvatore e benefattore ».

Ippocrate dunque ^generato da Esculapio, ma che ebbe per padre Eraclide, cittadino di Cos ) apprese la teoria fisica di Melisso, vi aggiunse la filosofia e la barba di Democrito, ma ricevette da suo padre Eraclide la scienza medica, tanto che ne scrisse 56 libri.

Questi sono i posteri che gli succedettero, attivi in Alessandria: Tessalo, Dragone, Ippocrate il Giovane, Polemio, che non pubblicarono opere.
In epoca più tarda si ebbero medici scientifici e di grande efficacia, cioè Diocle, Prassagora, Erofilo, Erasistrato, Asclepiade, Ateneo, Agateno, Aristo, Archigene, Erodoto, Filomeno, Antillo, Empirici ^° fiirono Serapione, Eraclito, Glaucia, Menodoto, Tedaret, Teodosio; metoici invece Simone, Tessalo, Retino, Filominasea, Olimpico, Mimenaco, Sorano, i cui libri son noti.

Costoro tutti d’accordo distinsero la medicina in quattro sezioni: la prima è la chirurgia, la seconda la farmaceutica, la terza la dietetica e la quarta la prognosi.

1. Cita ISIDORO DI SIVIGLIA, Etymologiae, IV, 3. Artaserse I fu re di Persia dal 465 al 424 a. C.
2. Usa lo stesso stilema di S. Isidoro (lin. 4).
3. Richiama EURIPIDE, Alcesti, versi i segg.; Apollo rammenta il proprio figlio Asclepio folgorato da Giove (perché aveva scoperto un farmaco che risuscitava i defunti) e la propria vendetta attuata sterminando i Ciclopi. Il passo è corrotto e la versione congetturale.
4. Come narrerà poco oltre.
5. Passo fortemente corrotto; la versione è congetturale. Il richiamo alla raffigurazione barbuta va forse collegato con la statua (di cui alla lin. 42) ; esso ricorre anche più avanti (lin. 45).
6. Il testo leggerebbe ancora « e filosofi sopra un drago », ma non da senso.
7. Anche questo passo è probabilmente corrotto.
8. Corruzione insanabile.
9. Ripete le lin. 34-35.
10. Cioè gli studiosi di farmaci.
11 . I chirurghi.
Articolo tratto da MEDICINA MEDIEVALE UTET